Noi siamo ciò che facciamo ogni giorno? Quanto c'è di vero in questa frase? La prima volta che ho sentito quest’affermazione ho arricciato il naso con perplessità. Ho pensato "Come posso essere definito dalle mie azioni di ogni giorno?" Mi alzo, mi preparo, vado al lavoro, gestisco gli impegni e così giorno dopo giorno. Sono una persona onesta, faccio il mio lavoro, se posso aiuto gli altri, gestisco i miei impegni in un ritmo spesso serrato, poi qualche giorno di riposo, svago e vacanza.
Da quando sono stata invitata a riflettere sul significato di questa affermazione qualcosa si è insinuato ha iniziato ad innescare altre domande. "Se io sono ciò che faccio ogni giorno, sono davvero soddisfatta di ciò che sono?" "Che cosa posso fare di diverso o come posso fare ciò che devo in modo da essere davvero soddisfatta?" Poi le domande si sono estese pensando alle persone con cui entro in relazione:"Se sono ciò che faccio ogni giorno, allora ciò che faccio e sono influenza anche chi è intorno a me?" Ogni mia azione quotidiana dal risveglio, a come mi preparo ad affrontare la giornata, come vado al lavoro o gestisco gli impegni, alle persone che incontro, come arrivo alla fine della giornata e anche come finisco la giornata é mia responsabilità. Posso decidere di scegliere pensieri, parole e azioni migliori in modo da poter vivere al meglio tutto ciò che la giornata ha da offrirmi. Comprendere e accettare questa responsabilità non è stato semplice, perché mi ha portata, passo dopo passo, a rivolgere lo sguardo solo su di me, lasciando andare le azioni degli altri e concentrandomi sempre più sui miei pensieri, parole e azioni e sul portare questi tre punti in equilibrio su un unico asse. Il lavoro è l’attenzione sono stati e sono tuttora costanti, ma posso dire che la realtà della mia giornata è completamente cambiata riempiendosi di profumi, sapori, immagini e suoni completamente nuovi. Quando siamo piccoli, abbiamo più confidenza con il Coraggio. Non sembra anche a voi?
Riusciamo con più semplicità a dire ciò che pensiamo, a sostenere la nostra idea del mondo, anche se tutti intorno sembrano dire il contrario. Ci immaginiamo in grandi imprese capaci di tutto, i limiti non esistono. Spesso prendiamo le difese di chi percepiamo più in difficoltà senza pensare alle conseguenze. Siamo anche capaci di allontanarci da un modo di giocare se non lo condividiamo. Ci basta poco per perdonare un torto e condividiamo ciò che abbiamo se il nostro amico ne è sprovvisto. Abbiamo ben chiaro il senso della giustizia, ma non giudichiamo e tendiamo a vedere il bello anche dove apparentemente non c'è. Ma questo vuol dire che da piccoli siamo coraggiosi? Allora perché crescendo questa parola ci spaventa? Le diamo noi un significato differente con le nostre paure e le nostre credenze? Il Coraggio non vuole spaventarci, se lo guardiamo bene lui, è lì solo per aiutarci a compiere, passo dopo passo, il nostro viaggio della vita e ci dà la possibilità di ritrovare la nostra autenticità e unicità. Forse dobbiamo solo guardarlo con occhi diversi, magari con gli occhi di un bambino. Quando viviamo un'esperienza di dipendenza emotiva da una persona, qualunque sia la natura del rapporto, non abbiamo la possibilità di esprimere la nostra unicità.
Queste dipendenze spesso s’instaurano fin da piccoli e quando le lasciamo crescere senza controllo sono loro a determinare poi le nostre scelte da grandi e, ovviamente, non saranno scelte libere e autentiche. Non riusciremo a esprimere tutto il nostro essere, ma saremo bloccati, ci sentiremo non adeguati, sempre in competizione, e faremo fatica ad accogliere e soprattutto a farci accogliere dagli altri. Anche la dipendenza emotiva, come qualsiasi forma di dipendenza prende tutto lo spazio per sé, invade mente e corpo e fa apparire normale una vita a metà. In realtà normale non è, siamo fatti per vivere una vita piena, per esprimere tutto ciò che fa parte del nostro Essere. Quando riconosciamo la dipendenza e la lasciamo andare via ne deriva una sana libertà che ci consente di essere autentici e mostrarci agli altri per quello che davvero siamo. Di recente ho pensato.... E se fin da piccoli, in famiglia e a scuola, ci educassero alla vera conoscenza di noi stessi e alla crescita personale, come sarebbe spiccare il volo in libertà? Umiltà vuoi viaggiare con me?
L’Umiltà è una buona compagna di viaggio, l’ho compreso solo recentemente. Di solito non le viene dato molto valore, perché è discreta, silenziosa, non si mette in mostra. E in un mondo in cui tutto è urlato, l’ Umiltà non trova facilmente il suo spazio. Ma se decidete di sceglierla come vostra compagna di viaggio vi garantisco che le sorprese non mancheranno, quelle positive intendo, e il viaggio sarà meraviglioso. Ma perché pensare di scegliere proprio lei? Per esempio perché da la possibilità di mettersi in ascolto prima di tutto di sé stessi, ma anche degli altri, e quante cose di noi possiamo scoprire ascoltando gli altri, ma spesso non ci rendiamo conto? Grazie all’ Umiltà possiamo chiedere aiuto e come spesso sento ripetere dalla mia maestra: “E’ con i buoni che si diventa più buoni”. Ma più di ogni altro aspetto quello che ho imparato ad amare nell’ Umiltà e che con lei possiamo permetterci di accogliere le critiche costruttive senza sentirci sminuiti e farne gran tesoro. Grazie La Paura: amica o nemica?
Avete mai conosciuto la Paura, quella con la P maiuscola, quella che non ti fa avanzare di un passo e ti fa credere che vada tutto bene proprio lì dove sei? Non parlo di una paura esterna a noi, che possiamo identificare in qualcosa, no intendo una paura più profonda che ti segue ovunque vai, ma che non si mostra chiaramente con il suo nome. Pensi che non sei adeguato in quello che vuoi fare, di non meritare il meglio, di non sapere abbastanza. La Paura è brava a camuffarsi esattamente come la Mente è brava a mentire… “Dove vai?”, “Ora è troppo tardi”, “Non ce la farai mai”, “Non te lo puoi permettere”, “Sbaglierai di sicuro”, “Questa strada è più sicura e la conosci” Potrei andare avanti ancora con frasi di questo tipo. La costanza e la disciplina con cui la Mente fa il suo lavoro di sabotaggio è da copiare…ovviamente per imparare a tenerla a bada e non ascoltarla. Dal momento in cui con coraggio ho iniziato ad incrinare la sicurezza e lo spazio che la Paura aveva preso dentro di me e ho iniziato ad ascoltare sempre meno la mia mente, che ovviamente ha provato a sabotarmi fino all’inverosimile, ecco che sono apparse le occasioni e gli insegnamenti che mi hanno portata a comprendere che tutti i vestiti che indossava la paura stavano cadendo e in realtà solo uno era quello che li conteneva tutti. Guardare in faccia la vera Paura, quelle che conteneva tutte le altre, questa è stata un importante conquista, un punto di partenza per tutto ciò che deve ancora arrivare. Grazie Coraggio Grazie Fiducia Grazie Maestra. Prima di parlare di cambiamento voglio ancora accennare a quanto sia stato dolce l’inganno nel tenere lo sguardo all’esterno, fuori da me.
Dichiaro la verità quando affermo che non mi sono mai posta veramente la domanda “Ma tu chi sei?” “ Che cosa vuoi realizzare?” “ Cosa ti fa battere il cuore quando lo fai?” Intendo nel profondo, chiedendolo a me, proprio a me e non alla persona che volevo apparire. Caspita, rendermi conto di questo ora non è stato proprio facile da digerire. Soprattutto non è stato facile comprendere che avevo dovuto necessariamente imparare a indossare una maschera per ogni ruolo che interpretavo. Nel frattempo la vita era andata avanti, quindi da figlia, studentessa e amica, ero diventata compagna, lavoratrice e poi mamma. Non ho detto una cosa importante…. Nessuno mi aveva chiesto espressamente di indossare queste maschere e interpretare questi ruoli, ho fatto tutto da sola! Eh sì, è proprio questo l’inganno che deriva dal tenere lo sguardo fuori da se, si perde il contatto con la direzione da seguire e si naviga a vista. La Realtà non è nel ruolo e nella maschera che indossiamo, possiamo essere figli, amici, genitori, compagni, lavoratori, ma la persona è una sola, una donna o uomo e solo la comprensione di questo che porta a liberarsi delle maschere e a indossare il proprio vestito ed è da lì che noi possiamo svolgere tutti i nostri compiti con presenza e autenticità. Il viaggio della Vita non è uguale per tutti: per alcuni può essere più lineare per altri più tortuoso, ma ora ho compreso che siamo solo noi che possiamo “raddrizzare” la strada che abbiamo reso curva.
Questa frase non è mia, ma mi è stata riportata dalla mia Maestra per farmi comprendere quanto stare nella posizione di vittima non ci sia di nessun aiuto per la nostra crescita, ma al contrario ci fa stagnare in un vortice di pensieri depotenzianti. Per tanto tempo in passato ho coltivato un’abitudine molto malsana: osservavo la vita delle altre persone e la confrontavo con la mia. Inutile dire che la mia vita non usciva bene da questo confronto. Mi sembrava che tutto per me fosse più complicato, più pesante e difficile rispetto a ciò che dovevano affrontare gli altri e soprattutto, molto sbagliato, pensavo di essere la vittima di ogni cosa. Ma per fortuna quando si decide di iniziare a prendere la propria vita in mano e se ne assume la completa responsabilità ecco che qualcosa inizia a cambiare… Tenere l'attenzione e lo sguardo all'esterno, fuori da me, non si è rivelata una scelta saggia.
Le soluzioni non sono fuori di noi, ma dentro di noi, ma io questo, dopo l'Università ancora non lo avevo compreso. Ci sono voluti ancora tante partenze, cambi di tragitto e arrivi prima di iniziare a comprenderlo, e come spesso accade, anche se ancora non mi conoscevo, ero certamente convinta di conoscere e soprattutto di voler cambiare le persone intorno a me. Quale inganno più dolce di questo? La convinzione di essere migliore, di avere ragione, di non avere bisogno di aiuto non sono compagni di viaggio su cui fare affidamento. Ed eccomi qui in quello che, adesso, chiamo con affetto "il Viaggio". Lo sappiamo ogni viaggio porta con se delle esperienze che ci arricchiscono, certo questo è quello che pensiamo dei viaggi che facciamo in giro per il mondo. Ma quando pensiamo alla nostra Vita di tutti i giorni, scelta dopo scelta, riusciamo a considerarla davvero come ad un Viaggio ricco di esperienze? Fino alla maturità classica ho seguito un percorso direi piuttosto lineare, senza mettermi in gioco veramente, ma dopo la maturità con la scelta dell’università le acque hanno iniziato a confondersi. Ho intrapreso gli studi di scienze biologiche incuriosita nel vedere oltre, ciò che è "dentro le cose", ciò che non si vede ad occhio nudo. E’ così ho fatto per tutto il ciclo di studi, mi sono immersa in questo mondo non visibile ad occhio nudo, tenendo sempre alta l’attenzione si, ma sempre all’esterno di me.
Prima di accennare al Viaggio che mi ha portata fino a qui devo riconoscere quanta importanza abbiano avuto per me le "radici" , i mei genitori. Non hanno titoli o studi importanti, ma con le loro azioni quotidiane, il modo di affrontare la vita, il modo di onorare gli impegni e le relazioni mi hanno trasmesso valori molto solidi come la laboriosità, la coerenza, l'impegno, l'integrità. Tutti aspetti che sicuramente ho molto contestato da giovane e non sempre nel mio viaggio sono riuscita a onorare, ma ora dopo tanto lavoro e crescita sono diventati finalmente i miei valori di riferimento.
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Carmen Morronemail [email protected] Archives
Settembre 2023
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